Alessio Piccinelli nasce il 15 gennaio 1999, e vive a Bergamo. Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di filosofia di della sua città, corso che smetterà di frequentare dopo due anni causa una spiccata delusione e un profondo rammarico nei confronti della quasi totalità dei corsi seguiti, a suo giudizio considerati stupidi, financo ebeti. Tra crisi depressive e catalessi esistenziali, Piccinelli trova il suo posto quando comincia a lavorare in una delle librerie più belle del nord Italia, la Legami Concept Store di Bergamo. Sotto la guida del poeta e libraio Stefano Calafiore, Piccinelli riesce ad emergere e a distinguersi nel ruolo di libraio. Un lavoro che lo porterà ad aprire gli occhi non solamente sul mondo editoriale – troppo spesso, a suo giudizio, romanticizzato quando di romantico ha solo la polvere – ma pure sullo stato in cui versa la sua città, a detta sua squallida e immatura. Quando non lavora, Piccinelli scrive testi teatrali, poesie, e si esercita nel racconto breve. Il suo è uno stile che prova a riprendere i picchi dei suoi autori-maestri: Thomas Bernhard, Carlo Emilio Gadda, Aleksandr Blok, Salvatore Quasimodo. Oltre alla scrittura letteraria, Piccinelli ha lavorato per due anni per una rivista digitale chiamata Sottosuolo Urbano, scrivendo schede critiche di libri e mostre d’arte. Il suo obiettivo è quello di riuscire a scrivere un romanzo, sfida a suo dire al momento titanica, ma verso cui l’occhio come il cuore non smette di tendere. Nel frattempo, tra un consiglio letterario e una poesia, Piccinelli ha scritto questo piccolo racconto senza nome, che si augura che possa entusiasmare, o quanto meno colpire, il suo primo lettore.