Carlos Molina
Il sottoscritto Carlos G. Molina E., è un ragazzo venezuelano trapiantato volontariamente in Italia da quasi sette anni, grazie all’aiuto incondizionato di sua sorella e non certo di un inespressivo funzionario consolare cane d’ufficio con l’olfatto viziato appassionato d’ossa. Detto ciò, anagraficamente la sua età corrisponde a ventisei, forse biologicamente a ventiquattro e tra poco cronologicamente a ventisette. Ma per qualche anomalia, bo’ che nessuno sa… spazio-temporale, benché mai salito su un razzo, mai sottoposto a una TAC e mai bevuto l’ayahuasca, si trova a (ri)vivere tra il periodo della tarda adolescenza ed i primi anni successivi alla maggiorità. Può sembrare davvero strano, lo ammette, ma è ancora più strano per lui che ci è dentro. La relatività del tempo è vera. Einstein e i suoi colleghi non hanno torto. Dal momento in cui ha un palco grande almeno trecento parole, approfitta sul serio dell’occasione: non sa se esiste superman e non gli interessa esserlo, a volte neanche lui riesce a vedere le stelle, vorrebbe dire a qualcuno a capodanno “andiamo in collina, da là c’è un bel panorama”, sotto la carne della sua pelle pulsa il desiderio di andare controcorrente fino a trovare il punto preciso in cui il mare e la terra si sono toccati per la prima volta, si ricorda il saluto del suo nonno ultranovantenne “hola mijito. Cómo me le va”, condivide un pezzetto di pizza a pranzo con un piccione sconosciuto di cui s’illude gli faccia compagnia, “ogni giorno trascorso teme sempre più di vivere una vita triste e vuota”, stasera ha visto una donna che gli ha riportato a galla il ricordo di lei, ha una madre tigra, desidera pellegrinare, “… né come un aquilone che brucia sotto il sole” ripete, he’s just a fool, he’s just a man. Ringrazia il pubblico e si complimenta. Li saluta chinando la testa, dice che alla prossima. Ps.: prova a fare teatro, performance, scrivere e il corso di graphic design presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia. Muove la gamba di continuo, secondo lui ha la sindrome della gamba irrequieta, si sta muovendo anche mentre scrive questo, i rumori metallici gli danno fastidio ai denti e digrigna pure quelli. Inoltre, secondo Roberto Bolaño dovrebbe essere un fantasma poiché solo coloro che vivono fuori dal tempo riescono a leggere il suo primo romanzo, Anversa.
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