Gioia Frigo

Nata e cresciuta in Toscana, nella riserva naturale di Berignone, Gioia ha trovato ispirazione in questo ambiente affascinante, che ha avuto un ruolo fondamentale nel suo repertorio artistico. Fin da bambina, ha iniziato a disegnare, replicando la realtà che la circondava. Quella passione per l’arte è diventata parte integrante della sua vita, accompagnandola in ogni fase del suo percorso. Crescendo, Gioia ha approfondito le sue tecniche artistiche, esplorando vari stili e medium. La bellezza naturale della sua terra natale è stata una costante fonte di ispirazione. Tuttavia, dopo essersi trasferita in Veneto, ha dovuto confrontarsi con una realtà diversa: l’aria inquinata e la presenza di numerosi allevamenti intensivi. Questi nuovi scenari hanno influenzato profondamente la sua creatività, portandola a riflettere sulle ingiustizie e sulla sofferenza degli animali. La sua abilità di osservare e reinterpretare il mondo circostante si riflette in ogni opera, che racconta una storia e invita lo spettatore a esplorare il profondo legame tra l’artista e la natura. In un momento in cui i cambiamenti climatici e lo sfruttamento degli animali sono all’ordine del giorno, Gioia ha trovato nel veganesimo e nell’animalismo la sua vocazione. Ha deciso di dedicare la sua produzione artistica a questi temi, invitando al rispetto e alla protezione di tutti gli animali. Le sue opere non solo celebrano la bellezza della natura, ma fungono anche da appello per una maggiore consapevolezza riguardo alla sofferenza degli animali e all’importanza di preservare l’ambiente. Ogni pezzo è una riflessione profonda sulle conseguenze delle azioni umane e un invito a considerare il proprio impatto sul pianeta e sulle altre forme di vita. Oggi, Gioia vive e lavora in Veneto, dove continua a cercare ispirazione nei suoi ricordi e nelle immagini che l’hanno colpita. È pronta a tradurre le sue emozioni e visioni in opere che parlano al cuore di chi le osserva, promuovendo un messaggio di sensibilizzazione e rispetto per tutte le creature.

 

Opera: Nel Silenzio del Bosco

Ispirato alla commovente storia di Bambi di Felix Salten, questo disegno nasce dal desiderio di catturare l’essenza del legame profondo tra gli animali e il loro habitat, e di riflettere la fragilità della natura di fronte all’uomo. Essendo animalista, sono rimasta profondamente colpita dalle descrizioni di Salten sul terrore che gli animali provano alla vista degli umani, specialmente in un contesto come quello della caccia. Il cerbiatto, al centro della scena, rappresenta innocenza, libertà e una silenziosa sintonia con la natura circostante. Attraverso la sua figura delicata, ho voluto trasmettere un senso di purezza e vulnerabilità, ma anche la forza pacifica della vita selvaggia. Ho scelto una tecnica digitale, arricchita da tratteggiature e effetti di sketching, per mantenere un aspetto grezzo e autentico, quasi come un disegno fatto a mano. Ho deliberatamente limitato la palette per sottolineare i colori caldi del cerbiatto, illuminato dalla luce dorata che filtra tra le fronde, e il verde dominante che ci immerge nel cuore del bosco. Il contrasto tra l’erba dorata in primo piano e lo sfondo verdeggiante rappresenta il passaggio tra la prateria, luogo di gioco e spensieratezza, e il fitto bosco, misterioso e protettivo. In questo lavoro, il bianco che contorna gli elementi naturali simboleggia la fragilità e la sacralità del mondo animale, spesso ignorato o distrutto dall’intervento umano.

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