giovanna indraccolo

Giovanna Indraccolo è una studentessa di giurisprudenza. Nasce a Bari nel 2001, si trasferisce in Francia e infine, a Torino all’età di 5 anni. Consegue il diploma di liceo classico. Parla fluentemente inglese e francese.
Si ammala di depressione all’età di 15 anni a seguito di un impattante e inaspettato lutto familiare. Questa condizione negli anni peggiorerà sempre di più a causa di altri gravi accadimenti di cui è testimone.
L’arte è lo strumento, ma anche l’àncora di salvataggio da cui riemerge nei periodi di buio, o per citare il suo progetto, dai periodi di estremo e soffocante “Grigiore”. Trova conforto nella la scrittura, sia in prosa che in poesia, ma non risulta abbastanza. Incomincia con la fotografia analogica con una Olympus Accura 150 di seconda mano. Sarà lì, tra un rullino e l’altro che troverà l’illusoria quiete che cercava il suo animo.
Studia giurisprudenza all’Università di Torino e vuole specializzarsi nell’ambito dei diritti umani. Recentemente si è recata in Sud Africa per 2 mesi per un tirocinio, dove ha avuto la possibilità di avvicinarsi alla fotografia sociale ritraendo la vita nelle Townships.
Ama Torino, ma ancor più cambiare, è sempre alla ricerca di nuove esperienze e avventure in cui tuffarsi a capofitto. La fotografia è denuncia, testimonianza. Il suo scopo è coniugare i suoi studi accademico – giuridici in ambito umanitario con le sue lenti, talvolta in analogico talvolta in digitale.
Concentrarsi sullo studio e dedicarsi alla fotografia da autodidatta non è affatto facile, ma è nella gestione del tempo che si cela l’equilibrio tra i due mondi. Non potrebbe mai studiare giurisprudenza senza poter fotografare. Scattare le ricorda che la bellezza e la rarità possono essere plasmate dalle forme, dalle dimensioni, dai colori e dai secondi.
Le ricorda che quella macchina fotografica sarà sempre in funzione finché lei ne avrà bisogno.