Ilaria Ricatti

Incastonato tra le ossa di un fragile corpo e aggrovigliato lungo il lato piú sinistro di quell’ animo migratorio soggiornava un agile e giovane nomade. Esso, divenuto orfano del suo stesso nido quando appena era un bambino, procedeva incerto, pensieroso, raccoglieva nuove incertezze e stratificava freschi ricordi. Scalzo e trascurato spesso fuggiva via, portandosi dietro due stracci e il peso di un’innata malinconia. “Oggi, però, nessun’altra terra assomiglia alla casa mia. Nessun albero, nessuna stella… ed io non sono nemmeno piú certo di sapere dove sia…”

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