Marco Caverni

Marco è un ragazzo di Fano, città sul litorale Adriatico. Fin da piccolo ama leggere fumetti e disegnarli, forse per merito di un maestro delle elementari che lo iniziò a questo linguaggio. Nelle pagine de Il Giornalino si gusta le stravaganti storie di Pinky, il coniglio fotoreporter ideato da Massimo Mattioli; e di Coccobill, il cowboy di Jacovitti. Frequenta il liceo classico ma decide poi di seguire la sua passione, il disegno appunto. Prova il test di ammissione all’ISIA di Urbino (scuola di grafica, editoria e fotografia), ma non riesce a passare. Studia così per un anno all’ISIA di Faenza, tra ceramiche, prodotti industriali e progetti non riusciti. Capisce che non è la sua strada e riprova il test ad Urbino, questa volta riuscendo a passare. L’impatto con il mondo della grafica è un po’ travolgente; ma frequentati gli anni del triennio, decide di continuare il percorso con il biennio specialistico di illustrazione. Durante i cinque anni di studio nell’urbinate approfondisce il mondo del fumetto. Per la laurea triennale infatti realizza una ricerca iconografica a partire dalla Divina Commedia e da come tale opera si sia legata, nel corso dei secoli, anche al linguaggio del fumetto, venendo reinterpretata da artisti, sceneggiatori e disegnatori. Per la laurea specialistica realizza poi un fumetto dal carattere tecnico scientifico, legato al suo territorio, riguardante l’alluvione che colpì le Marche nel 2022. Attualmente si occupa di stampa laser e digitale in una azienda della sua città. Continua a seguire la sua passione, alla ricerca del proprio segno, del proprio modo di raccontare e disegnare ciò che vede e sente. Ascolta la musica, quella che passa in radio, e vorrebbe saperne di più; apprezza lo sport, il movimento all’aria aperta e predilige la bicicletta alla macchina. Pur essendo nato vicino al mare, ama anche le montagne e ciò che offrono a chi ne percorre i sentieri.

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