Marlen dà forma alle emozioni attraverso tratti essenziali e puntuali, morbidi e sinuosi, ingenui ma definiti ed entusiasmati da toni decisi ed energici. Usa il tratto grafico come schegge di immediatezza espressiva. Affida ai contrasti cromatici vivi e quasi stridenti, il compito di rappresentare l’interezza del sentimento che ispira la composizione. Marlen riesce a far propria la lezione del cubismo e del minimalismo, dando forma a opere di grande sintesi d’insieme. Allo stesso tempo i suoi lavori restituiscono un mondo onirico e allucinato capace di scavare nelle profonde contraddizioni dell’inconscio. Non ha importanza la rappresentazione della realtà, l’importante è dar voce a tutte quelle pulsioni interiori che si agitano in noi inascoltate. Questo linguaggio dall’apparenza semplice, possiede una tale immediatezza da riuscire a raggiungere il tasto emozionale di qualsiasi fruitore. È capace di una versatilità d’intenti da prestarsi tanto alla mera contemplazione, tanto all’utilizzo dei suoi tratti peculiari nell’industria del design e della pubblicità. Il lavoro di Marlen racchiude in sé tutto il complesso mondo della comunicazione, visiva e strumentale, di cui è costituito questo primo decennio degli anni duemila.