Martina Capitelli

Una sera di fine estate di ormai tre anni fa, durante una sessione disperata di studio, è comparsa lei.

È comparsa sottoforma di una goccia di inchiostro che dilaga nell’acqua, e Martina ha iniziato a vederla dal suo occhio destro.

E non ha accennato ad andarsene da lì, per molto tempo a seguire. Il giorno dopo Martina ha iniziato una lunga danza tra diversi ospedali di Milano, nel tentativo di capire lei cosa fosse.

Nell’attesa l’ha chiamata Cassandra. Martina si è resa conto che non vedeva il mondo come tutti voi potete ammirarlo: Cassandra è arrivata a coprire totalmente il suo campo visivo dell’occhio destro, tanto che la profondità per lei non esisteva più.

Forme piane, colori piani.

Cassandra è stata ammirata, fotografata, studiata da medici, oncologi, specializzandi, studenti, dottorandi in cerca di una tesi speciale. Nessuno però è stato in grado di dirle Cassandra davvero cosa fosse. Ad oggi è ancora con lei, l’accompagna nelle sue giornate, e le ricorda che nessuno capirà mai davvero come si sente.

E se un giorno Cassandra prendesse il sopravvento e tutto il mondo che voi vedete Martina non potesse vederlo più? Le rimarrebbe solo la musica La tua voce morbida e decisa La sua pelle, che è involucro che la protegge sempre L’odore di quella rosa, sola come lei Il gusto di quel vino troppo tanninico Il pelo soffice della sua micia Una risata che doni in un attimo tutti i colori al suo buio

Le loro labbra che si sfiorano in un germogliare di emozioni Il profumo di sua mamma, inconfondibile porto sicuro Rimangono le tue mani nei suoi capelli Indomabili, Sempre troppi. E allora sa di non essere sola. Da qui ha origine il dipinto che Martina presenta a voi con estremo piacere: “Solo”.

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