Pierfrancesco Poccianti

Pierfrancesco Poccianti ha ventinove anni e abita a Firenze. Mosso da una passione che si è accesa nell’istante in cui è stato capace di tenere in mano una matita, negli anni si è dedicato da autodidatta al disegno (sia a matita che a penna) e alla pittura (ad acquerello, acrilica e digitale), studiando nel frattempo tutorial nel tentativo di impararne i più importanti segreti.
Le sue principali fonti di ispirazione sono i film horror (come Suspiria, The Witch o L’aldilà), i fumetti (Berserk, Shingeki No Kyojin o Naruto) e i videogiochi (Bloodborne, The Last Of Us), ma ama anche cimentarsi con l’arte surrealista, che gli permette di sbizzarrirsi a plasmare ai limiti dell’assurdo figure di per sé realistiche, facendole così sue.
Tra i grandi artisti del passato, apprezza soprattutto Michelangelo, Caravaggio, Edward Hopper e Pieter Paul Rubens, mentre tra quelli contemporanei, scoperti grazie ai social, Christopher Lovell, Aykut Aydogdu, Miles Johnston, Eliran Kantor e Zack Dunn.
Affinché i suoi lavori soddisfino al meglio le sue ambizioni, ha l’abitudine di impiegare come riferimento fotografie di sé stesso o di conoscenti. Questo facilita il processo di gestione di luce e ombre, colori, proporzioni anatomiche e misure in generale, tutti dettagli che acquistano importanza quando si cerca di rappresentare qualcosa in modo realistico.
Dipinge ascoltando musica (generalmente metal o hard-dance) o audiolibri oppure tenendo in sottofondo un film o una serie TV, a cui alza di tanto in tanto lo sguardo.
Quando gli chiedono se preferisca l’arte tradizionale o quella digitale non sa dare una risposta. Entrambe sono a modo proprio interessanti e hanno diversi punti di forza. Forse la prima dà risultati po’ più soddisfacenti, perché permette di imprimere un’idea su un supporto concreto e perché, mentre si tiene il pennello in mano, permane il brivido generato dal timore dell’errore, ma che fatica dover sistemare strumenti e materiali una volta terminato il dipinto!
Cosa detesta maggiormente, mentre dipinge? Bagnare il pennello nella tazza di tè scambiandola sovrappensiero per il vecchio bicchiere di plastica in cui raccoglie l’acqua per inumidire la pittura.

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