Riccardo Bottazzoli

R.B. Ervest nasce, cresce e si rovina a Milano. Per l’epilogo sta ancora decidendo, ha al vaglio diverse opzioni ma, per il momento, opta per il rimando. Hobbista del procrastinamento ed ex corsista nell’alzata di gomito giornaliera, decide di trasporre i condizionamenti di media, musica e letture in qualcosa di suo. Abuso di stupefacenti, violenza, pornografia e linguaggio becero sono ciò su cui si basa l’immaginario di questo idiota con la terza media. Perché, come ogni idiota che si rispetti, secondo voi ha concluso un percorsi di studi? Dal disegno alla scrittura, R.B. Ervest continua a cercare il suo posto nel globo terracqueo, spesso e volentieri gattonando, nella speranza di aggiungere un’altro giorno al suo calendario. (Quasi per obbligo, a dirla tutta. O solo per un senso di debito verso chi gli é stato vicino, dipende da come si sveglia.) Si struttura un immotivato dualismo con QualcosaCombino, nickname che utilizza per creazione di grafiche o progetti digitali. Sbarcato nel mondo dei graffiti, e della street art in generale, in tenerissima età comincia a sperimentare diverse vie di fuga. Forse è solo un forte desiderio di essere notati a spingere persone come lui, e come tanti altri, verso una folle ricerca continua dentro di se. A Gennaio 2024, dopo aver perso il lavoro presso un’importante azienda, decide di impegnarsi per una buona volta e concludere un progetto iniziato tempo prima. Quella stessa azienda, successivamente, gli pagherà trimestralmente le royalties delle vendite di quella tanto attesa pubblicazione. Toast Farcito. Nel tentativo di aggrapparsi ad un passeggero sentimento di rivincita, cercherà di dare tutto se stesso nel proseguire e nel proseguirsi in quest’ambito. Altra cosa è, invece, parlare di se stesso in terza persona cercando di fare una decente impressione. La maschera che si è realizzato è come crede di essere percepito dagli altri.