Rita Palla

Rita Palla è una ragazza degli anni ‘90 ed è nata e cresciuta a Catania, città in cui ha maturato la sua formazione artistica all’Accademia di Belle Arti conseguendo, nel 2018, il diploma di primo livello in Arti Tecnologiche. La sua attrazione verso la fotografia e le nuove tecnologie risale a quando era bambina, nella semplicità del racconto quotidiano nei filmini di famiglia, passione condivisa da suo nonno e dal padre, sebbene lei ricercasse sempre l’attenzione dell’obiettivo. Crescendo, ha orientato il suo sguardo attraverso il mirino della fotocamera e, nonostante la frequentazione del liceo scientifico, base per proiettarla a un futuro volto alla professione sanitaria, il fascino e la potenza espressiva di questo strumento sono state la spinta verso un radicale cambio di rotta. Negli ultimi anni ha approfondito lo studio dei principali software dedicati alla post-produzione, da cui ha appreso i metodi avanzati del ritocco. Eppure, ha continuato a lavorare su progetti strettamente personali, intimi, lontani dallo stile artefatto del “ritocco di bellezza”. Il suo rapporto con la fotografia è sempre stato un po’ambivalente ma profondamente radicato, forse è proprio per questo motivo che ha trovato rifugio nella tecnica del bianco e nero; casa e prigione. Ispirata dalla musica e dalla poesia, spesso è alla ricerca di quei termini desueti le cui affascinanti etimologie hanno tanto da raccontare. Crede nella forza della consapevolezza delle parole e dei loro significati, perché salvifici. Per lei è difficile parlare di sé, un po’ come quando ci si ritrova a chiedere la spiegazione di un’opera e delle motivazioni che hanno spinto l’intero processo creativo, perché c’è sempre qualcosa di non detto e qualcosa che incontra la percezione e le sensazioni di chi guarda. Forse, a dispetto di ogni giudizio, ciò che conta è poter dire “ci sono anch’io”. Si sente figlia della propria terra e del suo cuore pulsante, l’Etna, dei turbamenti che ribollono e del profondo bisogno di trovare uno sfogo.