Simona Manganaro, nata a Genova nel 1978, è una fotografa, scrittrice e filosofa che vive a Roma. La sua carriera artistica spazia tra fotografia, letteratura e cinema, con un approccio multidisciplinare che la rende una figura influente nel mondo dell’arte e delle scienze umane. Come fotografa, Simona è nota per il suo lavoro nel mondo del cinema, dove ha collaborato con registi di fama e ha curato la direzione di backstage per produzioni televisive e cinematografiche come Squadra Antimafia e Chiamatemi Francesco di Daniele Luchetti. Il suo stile fotografico è caratterizzato da un’acuta sensibilità estetica, come dimostrato nel suo libro “Tracce a esse” edito da Pathos edizioni (2019), un’iconotesto che raccoglie più di 75 immagini, accompagnate da brevi riflessioni, che esplorano il mondo attraverso lo sguardo personale e profondo dell’artista( Nel campo letterario, Simona ha ricevuto diversi riconoscimenti. Il suo saggio “Arte e follia” edito da Jouvence (2024) esplora il legame tra creatività e disagio mentale, affrontando tematiche universali come l’amore e la morte. Ha inoltre pubblicato il romanzo Diario di bordo (2017), acclamato dalla commissione del Premio Italo Calvino. Un’altra sua opera significativa è il documentario Via dei Villini (2017), che affronta la questione dei rifugiati somali, dimostrando il suo impegno verso tematiche sociali di rilevanza internazionale. Oltre a scrivere e fotografare, Simona Manganaro è una filosofa apprezzata per la sua capacità di intrecciare pensiero filosofico, arte e realtà sociale. Nel 2019, ha vinto il Books for Peace Award per Tracce a esse, riconoscimento che celebra il suo contributo all’arte e alla pace.