Vincenzo Luca Borriello

Forse la cosa più difficile a cui abbia mai dovuto pensare è proprio la sua biografia, perché non si prende mai troppo sul serio, tranne quando è davvero importante. Vorrebbe fare lo scrittore di tutto per non perdersi niente, e spera che un giorno ci riuscirà. Ha imparato a leggere e scrivere verso i 4 anni e dice che da quel momento non ha mai voluto rinunciarvi. Viene da una dimensione famigliare eternamente provinciale perché fuori dalla grande città la vita costa un po’ meno, ma a lui piace dire che la provincia è meglio perché la mente è libera di vagare per i luoghi di passaggio pieni di erbacce, case screpolate e anfratti misteriosi nei quali le cose possono magicamente accadere, e questa dimensione ai limiti del soprannaturale inevitabilmente emerge dai suoi scritti. Sta bene anche con un fumetto in mano, e se i disegni sono psichedelici e tremolanti è ancora meglio. Dice che un giorno scriverà un fumetto. Chissà. Ha studiato Comunicazione e Marketing alla Statale di Milano e si è laureato con 110 e lode portando una tesi sulla nostalgia nei media, intersecando letteratura, cinema, videogiochi e musica, grazie ai quali ha formulato un proprio pensiero sul rapporto fra nostalgia, politica e società contemporanea; uno dei suoi tanti obiettivi di scrittura è quello di trasformare e perfezionare la tesi, in modo da poterla raccontare a più persone possibili. Non si può dire che non vada fiero dei suoi risultati. Attualmente è a Milano, alla ricerca di un lavoro in editoria che gli permetterebbe di coronare il sogno che ha fin da bambino. Ama la carta stampata, ma pure è amante delle produzioni digitali e audiovisive, essendo nato e cresciuto nel boom della televisione degli anni Novanta e Duemila e nel molto-più-boom di Internet. Ma a prescindere da ciò che farà in futuro, una sola cosa è certa: continuerà a scrivere, nonostante tutto.

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