alessia luigetti
Alessia Luigetti, nata a Catania nel 2001, ha recentemente concluso il suo percorso triennale in Pittura e Arti Visive presso la NABA di Milano, dove attualmente prosegue gli studi nel corso di Curatela e Arti Visive. In questi anni, Alessia ha iniziato a sviluppare una ricerca artistica personale, concentrandosi sul tema dell’abitare e sul design degli oggetti di uso quotidiano, trovandoli affascinanti sia per la loro funzione che per la storia che racchiudono. Attraverso la pittura, il video, le installazioni e le sculture, narra momenti, situazioni e biografie che si manifestano nello spazio abitato.
La sua pratica artistica è in continua evoluzione, con un interesse che si sta recentemente spostando verso l’indagine sul rifiuto del lavoro, inteso come una critica alla performatività e una ricerca di momenti di inattività. Alessia esplora l’idea di costruire spazi e oggetti “funzionali” a favorire momenti di raccoglimento, riposo e ozio, offrendo una riflessione su cosa significhi essere produttivi o improduttivi nella società contemporanea. Secondo lei, l’inazione non è una mancanza, ma un’intensità che non viene riconosciuta poiché il metro di paragone dominante è la produzione e l’azione costante.
Alessia sfida l’idea del “tempo libero” come momento liberato, sostenendo che la non azione è spesso riempita da attività per evitare di confrontarsi con la noia o altre sensazioni scomode. La sua riflessione sul rifiuto del lavoro va oltre la semplice inattività: si oppone alla necessità di impiegare il proprio corpo ed energia per produrre qualcosa di concreto, esplorando invece la possibilità di dedicarsi all’ozio, alla festa e al disordine come forme di resistenza alla produttività.
Vede il rifiuto del lavoro non solo come una forma di inattività, ma come un atto di ribellione contro l’imposizione di produttività costante. Attraverso la sua arte, propone spazi che favoriscono il rallentamento e l’ozio, intesi come momenti di riflessione e raccoglimento. Il suo lavoro interroga le dinamiche sociali che privilegiano l’efficienza e la produzione ai momenti riflessivi e di ozio.
Il pensiero ha preso forma nella residenza artistica Falia 2024, a Lozio, dove ha realizzato un’amaca intrecciata a mano, collocata tra due alberi, lungo un sentiero spesso utilizzato come luogo di sosta dagli alpini dopo lunghe camminate e ore di lavoro. Accanto all’amaca, ha posizionato delle mattonelle con scritto “riposatevi”, un invito a fermarsi e godere del momento. L’opera vuole essere la costruzione di uno spazio minimale dove l’ozio, spesso visto come inattività, si trasforma in un’azione di rigenerazione. Un piccolo angolo in cui il riposo non è solo fisico, ma anche mentale e contemplativo.
Chiede di prendersi il tempo di sdraiarsi, dondolarsi, respirare, contemplare, non fare.
Sospendiamoci ogni tanto.
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