Claudia Carenza

Claudia Carenza, 34 anni, pugliese di nascita, si trasferisce a Milano per motivi di studio prima e lavoro dopo. Si laurea in biotecnologie mediche e consegue un dottorato di ricerca in medicina sperimentale presso l’Università degli Studi di Milano. È una biotecnologa e ricercatrice di professione, ma da sempre ha la passione per la fotografia che approfondisce da autodidatta. Durante gli anni in università lavora con vari microscopi e tecniche di imaging, un bizzarro parallelismo se si pensa ai microscopi come macchine fotografiche per guardare il mondo microscopico dentro di noi. Dopo la prima laurea arriva la sua prima macchina fotografica, che l’accompagna tuttora, con la quale inizia a studiare e sperimentare. Nel 2019 arriva per lei un momento di svolta. In seguito alla fine di una lunga relazione sentimentale, attraverserà un periodo buio e doloroso. Sarà grazie alla fine di questo amore e all’inizio di questo smarrimento che troverà nella fotografia la via per svelare i suoi lati nascosti, far emergere l’invisibile e trasformare il dolore in bellezza. Attraverso l’autoritratto e la fotografia di nudo si guarda dentro alla ricerca di una verità intima e profonda. Chiaroscuri, ombre e pochi colori: luce che in tanti modi diversi dissipa le tenebre del cuore e dell’anima. La fotografia diventa per lei l’estensione terapeutica del dolore. Negli anni collabora con diversi fotografi e amanti della fotografia ed espone alcuni dei suoi lavori in un ciclo di mostre organizzate dal MilanoSundayPhoto. Scopre la fotografia analogica e inizia a sviluppare anche in camera oscura. Questa pratica la incuriosisce e la incoraggia a sperimentare ancora. Conosce la fotografa Giulia Bertaglia e insieme decidono di scattarsi dei ritratti in analogico in una sessione di nudo artistico in un’atmosfera libera e non giudicante in cui riescono ad esprimere al meglio se stesse. Di recente inizia ad approcciarsi anche al nudo artistico maschile perorando la causa di una fotografia autentica, essenziale, come mezzo universale, per scrutarsi dentro e accompagnare nel lungo percorso verso l’accettazione e l’amore per se stessi.