Claudia Colombu

Aidu è nata in una città artistica in un tempo per cui si sente abbastanza vecchia internamente, ma esternamente le dicono che è ancora giovane. Le piacerebbe dire che vive dove l’ha portata il cuore, abbastanza lontana dalla civiltà come aveva sempre fatto, immersa nella serenità e nella solitudine che solo la natura può offrire. Tuttavia, in realtà, vive dove l’ha portata la vita. Sul passato non c’è molto da dire: ha studiato elettrotecnica e attualmente lavora nel mondo informatico. Non vi dirà di più sul suo passato perché non le piace affatto parlare di sé e lo trova del tutto superfluo: non ha importanza cosa ha fatto, quante maschere indossa o ha indossato, ma cosa sente , ragione per cui vi dirà che ama l’arte in tutte le sue forme più riflessive e profonde, immergersi nella natura, curarsi delle piante, di tanto in tanto giocare a qualche videogioco, leggere, cucinare e, alla fine, se la trovate nel momento di calma serafica, potrebbe pure ammettere che anche lo strano mondo dove vive non lo vede così male dopotutto. Alla domanda “come ti sei avvicinata all’arte?” risponderebbe “non me lo ricordo”, anche se in realtà vorrebbe rispondere “la domanda giusta sarebbe cosa mi ha fatto smettere, non trovi?” Ma non ve lo dirà, perché non ha voglia di affrontare una domanda scomoda. Se vi chiedete perché faccia tutto questo, vi dirà che lo fa intanto per sentirsi meglio dando una voce o una forma a quello che sente, le sue emozioni , rendendole concrete e in caso ci trovate qualcosa, bello o brutto che sia, allora sarà felice perchè “forse a qualcosa è stato utile” . Nel caso volete sapere da chi trae ispirazione, vi risponderà che non lo sa con certezza perché ogni cosa conosciuta, ogni esperienza, ha contribuito a tracciare meglio la sua strada e trovare il suo equilibrio, anche quello che non le piace. Non chiedetevi cosa voglia trasmettere con quello che fa, perché non ha aspettative su cosa all’esterno possano trarre dai suoi deliri vi dira “ognuno ci veda quello che vuole” poichè di fatto ognuno interpreta in base alla propria esperienza e visione del mondo