Cristina Buldrini

Cristina si è avvicinata alla fotografa nel 2003, con la nascita della sua prima figlia. Nel 2005 si iscrive al Circolo Fotografico della città in cui vive e lo frequenta per un paio di anni. Frequenta il suo primo corso di fotografia che la porterà ad approfondire questa passione. Inizia a frequentare le mostre fotografiche per conoscere i lavori dei grandi fotografi. Tra i suoi preferiti ci sono Ferdinando Scianna, Elliot Erwitt e Willy Ronis. Ama i ritratti, ma non si limita ad un genere soltanto. Per lei fotografare è fermare nel tempo, sottolineare tutto ciò che le suscita un’emozione, tutto ciò che attira la sua attenzione, per questo non può concepire la fotografia come limitarsi ad un solo genere. Nel periodo della quarantena da Covid, ha iniziato a girare sempre più spesso l’obiettivo verso sè stessa ed ha utilizzato l’arte dell’autoritratto allo scopo di tenere un “diario” di una serie di emozioni. Lo usa tutt’ora, in particolare ha avviato un progetto fotografico intitolato “From Book to Photo”, nato dalla combinazione della sua passione per la lettura e per la fotografia: si tratta di tradurre in immagine una frase letta su un libro, una sensazione, uno stato d’animo, arrivando a costruire un’immagine che possa comunicare una breve storia, che possa sospendere il flusso vorticoso dei pensieri, che possa ispirare anche a chi la osserva una piccola sosta, un viaggio in un mondo altro. Una di queste fotografie le è stata ispirata da questa frase «Qui alla frontiera cadono le foglie, e, benché i vicini siano tutti barbari e tu, tu sia a mille miglia di distanza, sul tavolo ci sono sempre due tazze» (anonimo della dinastia Tang). Questa fotografia è stata selezionata per Imagination Paris, ed è stata esposta alla Galerie Joseph Le Palais nel maggio del 2023 ed è la stessa proposta a Psicografici Editore.
Oltre ai suoi progetti fotografici personali, Cristina oggi si occupa di fotografia di matrimonio, gravidanza e bambini.