Fabio Degan

Fabio Degan

* Capi d’imputazione: – Assassinio di luoghi comuni.

– Oltraggio al comune senso del grigiore.

– Dissociazione a distinguere.

– Spaccio d’idee stupefacenti e pericolose.

Nasce primogenito dalla classica coppia capoufficio che sposa la segretaria. Cresce come un assolo di violino, tra fughe da e corteggiamenti alla vita, grafìa di fioretti, ragno di nervi, accordo di fiamme repentine. Inadatto all’università, per la carriera, quelle clessidre che travasano sabbia per una gola stretta come un nodo di cravatta; scrittore fallito di poesìe canzoni e cabaret, attore teatrale e grigio impiegato statale, è un soldatino del Capitano Drogo in un castello di sabbia nel Deserto dei Tartari nelle mani di un bimbo che aspetta di poter fare il bagno dopo mangiato. Deluso dalla vita, incapace di assimilare ciò che viene dal mondo, tanto da avere un passato da anoressico (il suo …scheletro nell’armadio, per qualche anno tirato fuori e indossato). È un nostalgico di un futuro che non è mai stato, ribelle e conservatore.