Ilaria Facciolo

La sua storia inizia con l’eco dei clic di una vecchia Canon reflex, un’eco che rievoca ricordi d’infanzia e immagini che sembrano fondersi con l’arte stessa. Cresciuta tra pose tenere e scatti familiari, si ritrovava spesso immersa in un mondo incantato che, con il tempo, si è dissolto nell’ombra della memoria.

Guidata da un medio talento per il disegno, si è avviata verso una carriera nella pubblicità. Era l’alba del digitale, dell’esplorazione delle arti, del riconoscimento della propria cifra stilistica. Tuttavia, il destino aveva disegnato un percorso diverso per lei. Un po’ per caso, un po’ per esclusione, le lingue straniere si sono imposte all’attenzione. L’insegnamento si è rivelato quindi come il nuovo sentiero da percorrere, un viaggio che, da lì in poi, avrebbe trasformato ogni lezione in un’opportunità per aprire menti e cuori, ispirando con la bellezza delle parole e la ricchezza culturale.

Se all’inizio pensava che l’arte sarebbe sempre rimasta ai margini, ha poi dovuto (per fortuna) ricredersi. Le immagini, infatti, si sono rivelate un potente mezzo per consentire agli studenti di raccontare storie e condividere sentimenti, specialmente in lingua straniera. A ciascun livello, dalle forme alle parole, si andava arricchendo la loro esperienza linguistica e umana. E là dove non arrivavano le parole e si creava una barriera linguistica, ecco che il disegno veniva in soccorso.

Nel corso degli anni, l’arte è rimasta una compagna fedele, e le sue foto amatoriali un modo affettuoso per catturare l’essenza delle emozioni. Attraverso l’obiettivo, ha provato a comprendere o a dare una propria interpretazione del mistero delle vite nascoste, immortalando istanti di autenticità e verità, soprattutto quando le persone si mostravano di spalle.

Insomma, una mente curiosa e un’anima in cerca di significato, che continua a esplorare il mondo mettendo insieme arte e insegnamento. O facendo dell’insegnamento un’arte, educando alle forme di espressione, e nutrendosene a sua volta.