Mudblood è lo pseudonimo con cui si firma un’autrice classe 1996. L’uso dello pseudonimo fa riferimento alla saga fantasy di J.K. Rowling con cui si identificano i maghi nati da persone non magiche. Conscia della magia contenuta nelle parole, l’autrice sceglie proprio Mudblood come pseudonimo.
Dopo aver frequentato il liceo classico della sua città si laurea in Lettere e Beni culturali e Filologia con ottimi voti. Frequenta il conservatorio e si esibisce in vari teatri e festival fino a che una problematica alle corde vocali non la spinge a scrivere non più solo per il gruppo di teatro che frequenta ma anche per ritrovare la sua voce. Pur prediligendo la prosa narrativa, non è totalmente estranea alla poesia che interpreta come flusso di coscienza e per questo meno obbediente alle regole metriche del genere. Attualmente dedita all’insegnamento della lingua e delle lettere classiche, si impegna nella ricerca di una “casa editoriale” a cui presentare le sue idee o con cui semplicemente collaborare come gost writer o correttore di bozze.
Il lavoro presentato in questa sede prende il nome di “Teleutaïa”; aggettivo greco con cui si indica la “fine del giorno”. La poesia, composta da sette strofe con numeri e tipi di versi dalla lunghezza variabile, nasce dalla suggestione fornita dalle recenti notizie di guerra che sconvolgono il presente storico in cui viviamo. Il testo si pone il tentativo d’essere un appello al lettore chiamato a prestare attenzione ai più piccoli e alla loro educazione.