Nunzia Barbera
Nunzia è una giovane professionista di 25 anni originaria di Bronte, in Sicilia, che ha intrapreso un percorso formativo e lavorativo innovativo e multidisciplinare che unisce arte, psicologia e nuove tecnologie. Laureata con lode in Nuove Tecnologie dell’Arte, Cinema e Audiovisivo, Nunzia ha conseguito sia la laurea triennale, che il diploma di specializzazione, presentando tesi di ricerca progettuali e fotografiche. In particolare, le sue indagini hanno esplorato l’applicazione della psico-diagnosi e della psicoterapia attraverso la fotografia ed il cinema, portando alla creazione della “Movietherapy”. Questa pratica innovativa utilizza gli effetti terapeutici del cinema in contesti psicologici, e oggi è impiegata in diverse strutture terapeutiche. Dal 2021 al 2023, ha ricoperto il ruolo di tutor presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, dove ha supportato studenti affetti da Disturbi Specifici dell’Apprendimento DSA, ADHD e complessi problemi di disabilità. Questa esperienza le ha permesso di sviluppare competenze relazionali e pedagogiche fondamentali per assistere giovani studenti in situazioni delicate. Infatti, il suo impegno nell’educazione va oltre l’insegnamento tradizionale e si estende alla formazione e sensibilizzazione su tematiche sociali importanti, come i disturbi del comportamento alimentare (DCA). Nel 2021, Nunzia ha fondato l’associazione “Stop.dca – Eating disorder association”, un’iniziativa che è cresciuta da una semplice pagina social per raccontare la sua storia di anoressia, a un movimento attivo nel territorio siciliano. In collaborazione con il centro “Food for Mind” e un team medico altamente specializzato, l’associazione si dedica alla sensibilizzazione, prevenzione e supporto relazionale per i disturbi alimentari. Essa propone attività terapeutiche e percorsi formativi nelle scuole e nei contesti comunitari, ponendo un forte accento sull’abbattimento degli stereotipi e delle credenze errate legate ai DCA. Attualmente, Nunzia sta seguendo un ulteriore corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche, confermando il suo costante impegno nel campo della psicologia. Ha già completato un master annuale in psicologia digitale, diventando esperta in questo settore. Inoltre, ha ottenuto l’abilitazione in Videogame Therapy, una strategia innovativa che combina l’uso dei videogiochi con pratiche psicologiche per affrontare problematiche mentali e comportamentali. Tra le competenze professionali di Nunzia rientra anche la partecipazione a un corso di formazione in Analisi Comportamentale, dedicato all’applicazione della metodologia ABA per i disturbi dello spettro autistico. La sua formazione è ulteriormente arricchita da certificazioni in “Salute Mentale e Psichiatria”. Grazie alle sue esperienze multidisciplinari e alla formazione continua, Nunzia si pone come un ponte tra arte, psicologia e tecnologia, dedicando il suo operato a migliorare il benessere psicologico attraverso forme terapeutiche innovative e iniziative di sensibilizzazione. La sua passione per le nuove tecnologie, le arti, il cinema e la fotografia e il suo interesse per la psicologia si riflettono nel suo impegno costante di sviluppo di soluzioni terapeutiche che integrano il potere comunicativo dei media con il supporto alla salute mentale.
Presence in the abyss
“Presence in the abyss” è un’intensa esplorazione visiva dell’esperienza psichica e fisica di chi affronta quotidianamente un disturbo alimentare. In questo viaggio, la sensazione di non essere realmente vivi si fonde con l’immagine di una presenza sospesa in un mondo immateriale e asincrono, un abisso che riflette il vuoto interiore. Il corpo diventa un porto di dolore, una tela su cui si dipingono emozioni profonde e conflittuali. Disperazione, odio, controllo e solitudine emergono come temi ricorrenti, tracciando un racconto che, attraverso il bianco e nero, invita a riflettere sulla complessità di una vita segnata da questi vissuti. Le immagini non solo documentano il disagio, ma anche la resilienza e la ricerca di un’identità oltre il disturbo. Questo progetto fotografico è un atto di testimonianza e un invito a confrontarsi con la fragilità umana, a vedere oltre la superficie e a riconoscere la bellezza intrinseca della lotta e della speranza di chi si trova a navigare nell’oscurità.
The Side of Oblivion
La foto intitolata “The Side of Oblivion” (Il lato dell’oblio) è un potente e struggente ritratto che cattura la vulnerabilità e la complessità della condizione umana, specialmente quando viene immersa nel buio della sofferenza. In questa immagine, vediamo una figura nuda, ritratta di spalle, con un’illuminazione che accarezza delicatamente la pelle, lasciando gran parte del corpo nell’ombra. Il cuore appeso alla schiena come un gioiello sembra gravare pesantemente, simbolo di un peso emotivo o di un segreto intimo e doloroso. Il titolo “The Side of Oblivion” ci guida verso una riflessione profonda sul concetto di oblio. L’oblio, inteso come un luogo sconosciuto e oscuro, è quel territorio della mente e dell’anima in cui ci si perde, dove il dolore diventa silenzioso ma devastante. È una condizione in cui si dimentica o si desidera dimenticare, eppure, paradossalmente, è anche il luogo dove il dolore si annida più profondamente, lontano dallo sguardo degli altri, ma mai veramente fuori portata. L’immagine e il suo titolo ci invitano a esplorare il lato nascosto dell’anoressia, una malattia che spesso si manifesta in un oblio autoimposto. L’anoressia non è solo una questione di controllo del peso; è una forma di auto- punizione, un grido silenzioso per una sofferenza inascoltata. Il corpo, in questo contesto, diventa un campo di battaglia, un luogo in cui la persona cerca di negoziare il proprio valore, la propria esistenza, spesso cercando di annullarsi, di scomparire. Il cuore al centro della schiena, quasi come un fardello, rappresenta simbolicamente il cuore di chi soffre: un cuore pesante, intrappolato tra il desiderio di esistere e la spinta verso l’annientamento. Il corpo esile, avvolto nel buio, racconta una storia di isolamento, di un dolore che si nasconde dietro la superficie visibile, proprio come l’oblio che avvolge la mente. Questa foto, non è solo un ritratto di un corpo, la sofferenza che traspare è palpabile; è una finestra aperta sul segreto della malattia. È un invito a guardare oltre l’apparenza, a cercare di comprendere il dolore nascosto, il silenzio dietro il quale si cela una lotta feroce per la sopravvivenza.
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